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L’Alpine A110 si aggiorna e diventa più desiderabile (e poi c’è la Ravage…)

Anche per la bella Alpine A110 (che abbiamo spremuto a fondo QUI) è tempo di aggiornamenti. A distanza di quattro anni dalla presentazione della vettura, Renault ha deciso di sottoporre ad un classico restyling la sua sportiva a motore centrale aggiungendo, già che c’era, una versione alla gamma: dall’anno prossimo, la Alpine A110 sarà quindi proposta in tre varianti: A110, A110 GT e A110 S. Evidentemente per differenziarla meglio in base alle esigenze e ai gusti dei suoi proprietari.

Per chi guarda soprattutto alla sostanza e si vuole godere appieno tutto quell’alluminio, la A110 base resta la più leggera (1102 kg a secco) e continua con il 1.8 Renault turbo da 250 cv e 320 Nm. Ma in mezzo, ora, c’è la A110 GT, che di fatto è una S dal punto di vista meccanico e prestazionale, ma va a sostituire l’attuale Legende, con un abitacolo un po’ più accogliente (vedi sedili comfort e diversi altri accessori). Il tutto al prezzo di un peso un po’ più elevato (1119 kg).

– La A110 base my2022 –

– A110 GT –

La A110 S resta la top di gamma, con un setup un po’ più impegnativo per darle quel tocco di professionalità in più: altezza da terra ribassata (-4 mm), molle più rigide del 50%, ammortizzatori ritarati, barra antirollio più leggera e del 100% più rigida e l’optional delle Michelin Cup 2 al posto delle Pilot Sport 4 di serie.

Per lei, poi, oltre a colori speciali e amennicoli vari, c’è l’“Aero Pack” con elementi in carbonio – alettoncino e tetto (-1.9 kg) – che aumenta la deportanza fino a un massimo di 141 kg raggiunto il fondoscala del tachimetro.

– A110S my 2022 –

La coppia è invariata, ma la potenza sale a 300 cv tondi e la si raggiunge 100 giri/min prima, a 6300 giri, il che significa che i numeri di accelerazione e velocità non cambiano, ma che “al piede” la Alpine dovrebbe essere un filo più brillante.

Tutti i modelli hanno il nuovo infotainment (touchscreen di 7″ con Apple CarPlay, Android Auto, Bluetooth, ecc.) – che adesso dispone di pressione turbo, temperatura dell’olio e i dati su potenza, coppia, angolo di sterzo e performance varie – e mantengono le tre modalità di guida – Normal, Sport e Track. Per chi vuol fare il ganassa, il launch control disattiva un cilindro per “un sound più racing” (ma per favore!!).

Comunque, noi continuiamo a pensare che la Alpine non abbia ancora espresso tutto il suo potenziale. La prima volta che abbiamo guidato la base, pur apprezzando la sua purezza e la sua doppia anima da sportiva efficace sia nella guida pulita che volutamente aggressiva, il salto di circa 50 cv e le migliorie tecniche apportate al telaio ci hanno confermato che qui ci può essere molto di più. Secondo noi, potrebbe decisamente arrivare una versione “R”.

Alpine, se sei indecisa, pensaci prima che lo faccia qualcun altro.

Ma forse è già tardi…

QUELL’ALTRA: RAVAGE ALPINE. VIVA IL GRUPPO B

Così lo storico Pierre Nora definisce il concetto di “memoria collettiva”: “Il ricordo, o l’insieme dei ricordi, più o meno conosciuti, di un’esperienza vissuta o mitizzata da una collettività vivente della cui identità fa parte integrante il sentimento del passato“.

Ricordo. Esperienza. Mito. Sentimento.
La memoria è importante, gente. Senza memoria, commettiamo di nuovo gli stessi errori, non c’è progresso, non c’è l’emozione del ritorno a qualcosa che era e che non c’è più, ma che possiamo rievocare. A patto che lo si faccia come si deve.

Ebbene, sembra che qualcuno ci voglia provare, riportandoci ad un particolare periodo storico che gli appassionati di rally – ma non solo – conservano nel cuore come un tatuaggio sul pericardio: il Gruppo B.

La memoria collettiva dei petrolhead parla di immagini potenti, di mostri assetati di carburante e sangue che, negli anni ’80 del secolo scorso, sconvolsero il mondiale rally: un’era di valorosi e folli piloti e delle più sofisticate macchine della categoria, come Audi Quattro S1, Ford RS200, Lancia 037 e Delta S4 e tutte le altre che ben ricordiamo.

Vedere per la prima volta la Ravage Alpine, lo dobbiamo dire, è una strizzata alla pompetta che abbiamo nel petto: parcheggiale di fianco una Alpine A110 di serie è come la tua bella che si mette giù da gara con un trucco troppo vistoso e un vestitino aderente di pelle nera, perché oggi ti vuole far vedere i sorci verdi e ricordarti che sì, è una donna d’oro, ma che anche le femmine possono volere solo quello e nient’altro…

 

Va detto che la Alpine originale c’entrava con il Gruppo B come i cavoli a merenda e che la Alpine A110 attuale è fra noi un po’ per celebrare la sua antenata ma anche per poter essere guidata tutti i giorni come una utilitaria non troppo appariscente. Tuttavia, la Ravage – che, guarda un po’, fa rima con Mirage  (e allora facciamolo ‘sto servizio fotografico per la grandeur) – vuole per l’appunto cambiare le carte in tavola, ficcare le mani nel barattolo dei ricordi, sbattersene delle buone maniere e sfoggiare un look molto 80’s con mostruoso bodykit, fari gialli, fendinebbia supplementari e paraspruzzi rossi.

Pare sia il risultato di tre anni di lavoro da parte di “semplici” appassionati, due esperti del settore automotive e un terzo, proprietario di A110 e fissato con le auto particolari. Il trio ha acquistato un esemplare usato della nuova Alpine (una Première Edition) e si è imposto di procedere secondo i canoni imposti dalla casa madre, conservando l’alluminio dove possibile e intervenendo con vetroresina e carbonio – ad esempio, i fianchi posteriori sono in carbonio, mentre gli anteriori sono un mix dei due materiali perché realizzarli solo in carbonio sarebbe stato troppo costoso senza un reale beneficio in termini di peso.

Portiere e cofani sono quelli di serie. Cambiano invece la calandra, lo scarico in titanio – realizzato artigianalmente da un ex meccanico di Honda HRC ispirato da una certa Lancia Strato’s e dalla Alpine prima serie – e le ruote, forgiate, ispirate alle Gotti di una volta e fabbricate su misura da un grosso costruttore di cui ancora non si conosce il nome; calzano Michelin Cup 2 maggiorati (265 al posteriore e 225 all’anteriore). Dal punto di vista dell’omologazione, la Alpine A110 è quella di serie (impianto frenante, airbag e ogni altra dotazione sono rimasti invariati), mentre l’assetto prevede nuovi ammortizzatori regolabili.

 

Il problema della Ravage è che di fatto si tratta di un antipasto: benché i suoi genitori parlino di una tenuta di strada e di un handling migliori, tutta la cattiveria che esprime si apprezza alla vista e non al pedale. Il motore, infatti, non è stato toccato ed eroga i soliti 250 cv della Alpine base, benché l’intenzione del trio sia quella di arrivare almeno a 320 (e ci mancherebbe, dato che la A110S ne ha già 300). Perlomeno, l’allargamento della carrozzeria non ha comportato un aumento del peso, che resta quindi invariato.

Ci si chiede quindi a che pro, almeno per il momento, bisognerebbe spendere gli oltre 100.000 euro (produzione limitata ad un numero di esemplari ancora non comunicato) necessari per portarsene a casa una, per quanto rara e stuzzicante sia. Tuttavia, siamo sicuri che quelli di Ravage non staranno con le mani in mano: abbiamo idea che questo sia solo l’inizio…

Articolo del 25 Novembre 2021 / a cura di Davide Saporiti

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  • Francesco

    Guardando il video finale, mi è parso di capire (fra il minuto 9 ed il minuto 10) che la Ravage ha la potenza stock in quanto deriva dalla Première Edition, il cui motore soffre particolarmente le modifiche. Ho capito bene, o me lo sono inventato? A voi risulta?

  • Maksi

    Mi piace, ma devono assolutamente provvedere a sviluppare le capacita’ del propulsore.

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