Ho si e no 5 anni, è sera e sono sul divano. Sullo schermo del vecchio Philips a tubo catodico davanti a me stanno per andare in scena i 4 minuti che flasheranno per sempre la mia esistenza.
Schermo nero. Mentre il lento ticchettio di una drum machine inizia a scandire il ritmo, cassa destra prima, cassa sinistra dopo, il logo Paramount Pictures si compone sullo schermo, stellina dopo stellina.
Lo schermo torna al nero mentre sale, lento ma imponente, il suono di una campana. Iniziano ad apparire delle scritte che impercettibilmente tremano sullo schermo:
A Don Simpson / Jerry Bruckheimer production
A Tony Scott film
Tom Cruise
Kelly McGillis
i nomi vengono visualizzati uno per uno man mano che diverse stringhe vengono aggiunte al mix musicale, la melodia si complica, l’infuoco sale. All’epoca non potevo saperlo, la mia vita stava per cambiare. Per sempre.
Un’ultima scritta:
“On March 3, 1969, the United States Navy established an elite school for the top one percent of its pilots. It’s purpose was to teach the lost art of aerial combat and to insure that the handful of men who graduated were the best fighter pilots in the world.
They succeeded.
La musica cresce.
“Today, the Navy calls it Fighter Weapons School. The flyers call it:”
La suspense è a livelli esagerati, un ultimo rintocco di campana e poi, megasbem
“TOP GUN”
Ad un minuto esatto dall’inizio dello show, si sente il suono del vento che spazza il ponte di una portaerei, accompagnato pochi secondi dopo dal fischio di un motore a reazione che gira al minimo. Sullo schermo inizia quello che a tutti gli effetti è un film nel film anzi, forse è meglio essere onesti, il meglio del film: vediamo un F-14 che arriva da sinistra mentre diverse sagome scure camminano nel vapore generato dalle catapulte. Tutto è in slow motion e girato con filtri particolari che rendono l’aria calda e l’atmosfera epica. C’è un A-7 Corsair che ripiega le estremità alari, la musica sale, ogni rintocco di quella campana mi fa vibrare, oggi come allora.
Pian piano la scena inizia a prendere vita, si vedono diversi Tomcat e Corsair impiegati nelle operazioni sul ponte, uomini che corrono e tirano tubi per il carburante, si acquattano sotto agli aerei e agganciano le navette delle catapulte ai carrelli dei velivoli. Poi, al minuto 2:12, il momento che per sempre cambiò la mia vita. Si vede una paratia frangifiamma alzarsi lenta, con i pistoni idraulici che si bloccano leggermente sfalsati con un tonfo pesante e rassicurante.
La mano di un uomo invade lo schermo facendo il numero 2 con le dita, stacco sugli ugelli di scarico di un Tomcat che inizia a pompare carburante, la fiamma dei due postbruciatori inizia a spingere prendendo forma e colore, invadendo prima lo schermo poi le mie sinapsi facendosi sempre più intensa e potente.
Ancora pochi secondi di fuoco e fiamme e la catapulta scaglia verso il mare l’F-14 assieme alla mia immaginazione di bambino mentre Danger Zone di Kenny Loggins entra esplodendo in una furia di sintetizzatori anni ’80. Pelle d’oca.
La scena prosegue per qualche altro secondo con immagini epiche – su tutta quella di un aviere che simula il calcio piazzato subito dopo che un Tomcat ha preso in pieno il cavo di arresto completando così un atterraggio perfetto – per poi entrare nel vivo di un film che, pur con diversi difetti, è entrato di diritto nella storia, forgiando una generazione di appassionati di aerei e aviazione.
Quando nel mio cervello di bambino vennero impresse come un marchio incandescente quelle immagini, mi infuocai talmente tanto che da lì non sono mai più tornato indietro. Ancora oggi, guardando quella sequenza che avrò visto centinaia e centinaia di volte mi emoziono e mi viene un po’ di mescolina nel mento.
Ora, dopo averti descritto i 4 minuti più significativi della mia vita – e sono sicuro anche di molti altri infuocati qui dentro – veniamo a noi: se anche te all’alba dei 35 anni (o quanti vuoi, vedi te) da grande vorresti essere Maverick, se anche te hai comprato una Kawa GPZ per correre di fianco alle piste di rullaggio degli aerei facendo il pungo ai piloti, se anche te sei cresciuto sognando notti intime e umide con Kelly McGillis salvo poi scoprire che il tempo con lei è stato un po’ infame ma, sia quel che sia, in cuor tuo aspetti ancora la tua Charlie, beh, da oggi hai l’occasione della vita per calarti ancora di più nei panni di un vero Top Gun postmoderno.
Da qualche giorno infatti sul noto sito di bazze platinumfighetrs punto qualcosa è stato messo in vendita un Douglas A-4 Skyhawk tirato a balestra e pronto per volare e per farvi vestire i panni di Viper (o, se preferite, Jester), a patto però prima di passare dal vostro amico carrozzaio per far indossare all’aereo la livrea giusta per l’occasione.
L’aereo che viene offerto infatti è appartenuto all’aeronautica argentina e, come giusto che sia, porta addosso i colori della forza armata del paese sudamericano. Ad ogni modo, livrea a parte, l’occasione che vi stiamo proponendo è una di quelle da non farsi perdere: introdotto nel lontano 1956 e figlio del geniale Ed Heinemann (suoi anche l’SBD Dauntless, l’A-1 Skyraider e l’interessante ma sfortunato Piaggio PD-808), l’A-4 è stato uno dei migliori e più versatili aerei che abbiano mai volato al punto che, nonostante un disegno semplice e apparentemente datato l’aereo è ancora in servizio in diverse forze armate, a oltre 60 anni dal suo primo volo.
– PREGO NOTARE la navicella della catapulta che non è attaccata al carrello anteriore come di solito ma che “tira” l’aereo con due grossi cavi d’acciaio agganciati dentro i vani del carrello principale. La struttura leggera dell’A-4 e del suo carrello anteriore non avrebbe sopportato i “traumi” della catapulta. Figata, adoro le catapulte, vi dico già che saranno oggetto di trattazione in un futuro numero di DI BRUTTO –
Piccolo, manovrabile e veloce, capace da solo di trasportare lo stesso carico bellico di un Boeing B-17 Flying Fortress (!) e spinto da un Wright J65 (un piccolo ma potente turbogetto puro, capace di urlare con forza i suoi oltre 3.000 kg di spinta), l’A-4 era capace di volare tranquillamente al di sopra dei 1.000 km/h e di operare in maniera efficace sia come un agile caccia che come un temibile bombardiere (poteva trasportare anche ordigni nucleari). Utilizzato ampiamente in Vietnam, nella guerra dello Yom Kippur e durante la guerra delle Falkland, questo piccolo Douglas è il testimone di un tempo dell’aviazione ormai andato, nel quale si progettavano aeroplani semplici, meccanici, economici e tremendamente affascinanti.
Il piccolo A-4, torniamo a noi, infine è diventato famoso grazie alla sua celebre partecipazione in Top Gun come avversario fittizio durante le intense sessioni di allenamento di Maverick e soci. Pilotati dal mitico Tom Skerritt nei panni di Viper e da Micheal Ironside in quelli di Jester (“Jester è morto!”), gli A-4 sono i veri coprotagonisti del film accanto ai meravigliosi F-14, scelti dalla scuola proprio per le loro innate capacità di agilità e manovrabilità.
EHI, SONO TORNATI I PRESPAZIATI!
Partendo quindi dal triste presupposto che mai in vita vostra avrete la possibilità di comprare un F-14 – quelli statunitensi sono stati tutti demoliti mentre quelli iraniani vengono costantemente aggiornati e mantenuti brillanti proprio in quanto ancora oggi aeroplani eccezionali -, l’occasione che vi si presenta oggi è di quelle da veri fanboy, pensate presentarvi alla prossima festa di carnevale o raduno o quel che volete voi con questo e al primo che vi chiede “ciao, da cosa ti sei travestito?”, rispondere “da Viper” e dietro tutti vostri amici, in coro, “porca troia, è Viper!”
Quindi, dei circa 3.000 A-4 Skyhawk costruiti in quasi 23 anni di produzione, quello che vi proponiamo oggi ad una cifra ridicola è del 1960, è registrato come aereo civile (quindi niente Sidewinder, mi spiace) e ha appena 1.739 ore sulla cellula (che sono poche) mentre il suo motore ne ha appena 251, una bazzecola.
Se questo non bastasse, l’aereo è dotato di tutti i più moderni sistemi di navigazione e anche l’avionica è stata aggiornata mentre, per non avere problemi di autonomia e gestione, questo piccolo capolavoro di ingegneria è dotato di serbatoi supplementari e di tutto quanto utile per poterselo accendere, come il carrellino ad aria compressa e la sonda per avviare il turbogetto.
A questo punto, sarete d’accordo con me che la cifra di appena 995.000 dollari richiesti e pienamente giustificata anche perché se in alternativa vorreste una Porsche 356 Speedster non credo vi costerebbe di meno quindi… tanto meglio volare! Potete fare la vostra offerta qui, astenersi sognatori e perditempo.
Ah, e ricordate, “per certe cose non basta essere un buon pilota!”
Beh, grazie per i brividi! Nonostante i quaranta facciano capolino, sono sicuro che è merito della tua scrittura, e non delle mie viscere: ma nel dubbio di quanti G io possa sopportare, salto l’acquisto.
Ma la pelle d’oca nel leggere le prime righe?? Direttore, tanto di cappello! Sentivo la campana nelle orecchie mentre leggevo…..
Prime righe che mi hanno emozionato proprio come ogni volta le
Immagini fanno quando le rivedo sullo schermo.
Che sia possibile avere un idea dei costi di esercizio per volare con questo aereo? Siccome sognare non costa nulla sarebbe bello saper quanto costerebbe usarlo ammesso di avere la disponibilità per l’acquisto, e poi di che genere di brevetto necessiti….
Costruite zappe che è meglio. O non vedete che la terra tra poco ci vomita?
E lo vogliamo dire che, durante il crescendo di vapore di catapulte, sibili di jet in movimento e concitazione varia sul ponte della portaerei, l’atmosfera è resa ancor più esaltante dal gracchiare delle radio di bordo in lingua originale che fa molto “iuessei” (espediente utilizzato a volte anche nei polizieschi, sulle auto NY o LAPD quando raggiungono una qualche scena del crimine)?
E poi, lo sguardo trepidante e quasi incredulo degli operatori al telefono mentre seguono, con movimento sincronizzato del capo, la fase di aggancio ai cavi di un jet in appontaggio, non è memorabile?
Emozioni del genere forse si possono solo ritrovare, qualche anno dopo, in Decisione Critica, durante la sequenza degli F-14 che intercettano il 747 dirottato: indimenticabile la formazione a rombo che d’improvviso attraversa la visuale della cabina di comando del Jumbo, oppure la rollata del capo squadriglia degli intercettori per mostrare il carico d’armi all’equipaggio e ai dirottatori del volo Oceànic.
Il testosterone raggiunge comunque livelli di warning al momento dell’invio del messaggio visivo in alfabeto Morse al pilota del Jet che aveva già sollevato la levetta di sicurezza del pulsante lanciamissili… Altro che: “tutti in piedi sul divano!”
Ah! Io comunque di A-4 Skyhawk ne ho posseduto già uno, quello della Airfix scala 1:72. Costi di gestione praticamente inesistenti, problemi di rimessaggio nulli, qualche discussione con mia madre durante l’assemblaggio poiché la brava donna pretendeva che io studiassi invece di darmi all’ aeromodellismo.
All’epoca dell’uscita di “TOP GUN” ero già pilota militare,ma mi piacque molto per le riprese fatte durante i combattimenti,che mi facevano venire alla mente le sortite di ACMI a Decimomannu. Per quanto riguarda lo Skyhawk ,cos’altro dire? L’ultimo volta che ne ho visto uno è stato due anni fa a New York al museo della portaerei Intrepid: credo che sia stato l’ultimo tipo di aereo da combattimento ad essere imbarcato su quell’unità prima della radiazione,il ponte non era in grado di reggere gli F4.
tempo fa ho visto in vendita un mig 29, esteticamente e potenzialmente tutta un’altra cosa
Se vuoi uno Skyhawk simile a quello del film cerca su ebay il kit della ESCI in 1/72 dedicato alla versione A4 agressor, con le livree della FWS Miramar (vero nome della Top Gun).
F-14 iraniani “brillanti” per modo di dire… in un ipotetico scontro contro un qualsiasi teen fighter americano attualmente in servizio e tenuto/aggiornato come Dio comanda (F-15, 16, 18, scegliete voi) ne uscirebbero disintegrati… Per il resto bella la descrizione dei mitici quattro minuti di Top Gun… diciamo la sequenza che vale il film…
Girare in moto nel grossetano, da solo, con le cuffie del Walkman (sic!) sotto il casco con quella campana che risuona nelle orecchie e la manetta del gas che si apre, miracolosamente, anche se il postbruciatore sulla mia Honda non lo avevo, nonostante i consumi… ^_^