Home / / Pillole Tecniche – Sovralimentazione pt.3: il NOS

Pillole Tecniche – Sovralimentazione pt.3: il NOS

In questa puntata, esauriti i discorsi riguardo la sovralimentazione meccanica, vediamo cosa si intende con sovralimentazione chimica. Oggi vi faremo vedere il vero valore di un laureato in chimica al lavoro gomito a gomito con un ingegnere meccanico.

Dato che seguite questo sito (avete messo il like sulla pagina Facebook? dai non fatevi pregare!) immagino che in voi ci sia un pizzico di passione per i motori, tanto quanto basta per esservi recati molti anni fa al cinema a vedere i primi 2 episodi di Fast & Furious. Di conseguenza termini come NOS e protossido d’ azoto vi sono già chiari, e sapete anche quali effetti generano nelle vetture (esclusa la perdita di messa a fuoco dell’ambiente circostante, cosa che avviene solo nei film e nei Need For Speed).

nos-3

Con il termine protossido di azoto si indica un gas inodore ed incolore la cui formula bruta è N2O, formata quindi da 2 atomi di azoto ed uno di ossigeno; signori, vi presento il NOS

NOS

Se oggi chi fa gare drag o chi ha una Supra da 1500 cv riesce a sperimentare accelerazioni ai limiti della sopportazione umana lo deve al signor Joseph Priestley che nel 1772 scoprì questo gas. A partire dagli anni successivi venne utilizzato come anestetico negli ospedali e negli studi dentistici. E’ inoltre noto come un gas esilarante: la sua inalazione provoca infatti euforia e confusione ma comunque chi di noi non avrebbe un sorriso stampato in faccia provando una macchina dotata di impianto di iniezione del protossido d’ azoto??

Come la maggior parte delle grandi invenzioni sui motori a combustione interna anche l’utilizzo del protossido di azoto nei motori nasce con l’aviazione. Siamo nella Seconda guerra Mondiale, gli aerei della Luftwaffe sono in difetto rispetto i loro avversari perché la loro benzina non è delle migliori, inoltre in alta quota l’aria diventa più rarefatta ed i motori fanno fatica a respirare. Si utilizzò quindi il protossido di azoto per migliorare le performance degli aeromobili e cercare di recuperare il gap con il nemico – ah che inventiva questi nazisti!

Per semplicità narrativa, ed anche perché fa scena, utilizzeremo inappropriatamente il termine NOS per indicare il protossido d’ azoto. Qual è la modalità secondo la quale il NOS è in grado di aumentare la potenza massima di un motore progettato ad hoc anche del 150% per un breve periodo di tempo?  La motivazione è duplice: il nos viene solitamente stoccato liquido in apposite bombole dotate di un’ elettrovalvola di comando e quindi quando viene immesso nel collettore di aspirazione assorbe calore all’ aria in ingresso aumentandone la densità e quindi permettendo di avere più comburente in camera. Inoltre è esso stesso a migliorare l’ apporto di ossigeno in camera nel momento della sua evaporazione. Come chi sa chi ha letto gli articoli precedenti, più comburente vuol dire più combustibile, più combustibile vuol dire più potenza, più potenza vuol dire più felicità!

Fin qui tutto particolarmente semplice ma come si installa un kit nos dentro la nostra vettura? Si parte innanzitutto dalla parte più difficile: l’ esborso di una gran quantità di denaro per un ammasso di cavi, ferro e gas. I kit si dividono in monoiniettore, multi-iniettore, iniettori doppi (benzina ed N2O dallo stesso iniettore) a seconda del prezzo. Insomma, vi arriverà a casa una roba del genere:

nos-1

Per prima cosa bisogna trovare la posizione più idonea per il montaggio degli iniettori (consideriamo un più elegante kit a iniettori singoli) che deve permettere una buona diffusione dello spray di N2O all’ interno del collettore di aspirazione. Si esegue un foro in corrispondenza della posizione scelta e si avvita l’ iniettore con i suoi getti, da scegliere in base a diverse prove di set up. La bombola deve essere posta in un luogo lontano da fonti di calore per garantire la massima sicurezza: se si trovasse vicino a fonti di calore la sua pressione interna potrebbe crescere a tal punto da permettervi di gridare Allahu Akhbar e guadagnarvi circa 70 vergini in paradiso (o che almeno dicono di esserlo come tutte). La bombola rilascia gas attraverso un’ elettrovalvola, ossia una normalissima valvola a comando elettronico, in parole povere rilascia gas quando schiacciate un pulsantino, possibilmente rosso o a forma di teschio. Sarebbe inoltre buona cosa monitorare lo stato del sistema (pressione e on/off) tramite un’ apposita strumentazione. Dopodiché sarà sufficiente collegare i tubi gas dagli iniettori alla bombola ed il gioco è fatto. Poco N2O ed i vantaggi saranno irrisori, troppo N2O e piegherete le bielle, come avviene sempre in campo motoristico bisogna trovare un giusto compromesso o si rischia veramente di sbragare tutto.

In poche parole, si rischia di giocarsi il libretto della propria macchina:

Con questo articolo si chiude quindi il cerchio dedicato alla sovralimentazione in cui abbiamo spiegato tutti i modi per riempire il più possibile ogni singolo cilindro di aria, e quindi di benzina. Personalmente il metodo che preferisco è il turbo per dei motivi semplici: non assorbe energia come il compressore, grazie al montaggio in serie permette di avere coppia fin dai bassi regimi come con un volumetrico e permette facilmente di regolare la potenza un po’ come si vuole. Ah questo se fossi obbligato a prendere un’ auto non aspirata, altrimenti la mia scelta la conoscete già!

Articolo del 5 Luglio 2016 / a cura di Il direttore

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

  • isabella

    Toretto <3

Altre cose da leggere