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Renault Megane RS F1 Team R26

Volevo la MX5 e tutti a dirmi “ma lascia stare, è un polmone non va”;

Volevo la Clio RS e tutti a dirmi “la Clio RS no, è un polmone non va”;

Mi piace la Toyota GT86 e tutti a dire “Non ha il turbo, è un polmone non va”;

Una volta, addirittura, in un commento sotto ad un mio articolo uno scriveva “parli tanto di macchine potenti e reattive e poi citi Mitsubishi Lancer EVO e Subaru STi”.

Allora, parliamoci chiaro, o là fuori avete tutti delle cazzo di Bugatti sotto al culo o, molto più probabilmente, il povero Leopardi aveva ragione a proposito della natura insoddisfatta dell’essere umano. Anche perché l’MX5 è vero è lenta però si guida che è una goduria, la Clio RS è vero, va tirata forte per farle uscire il carattere, ma la 500 Abarth, quello sì che è un mezzo cesso, altroché.

Comunque, per la serie “macchine che vanno a schiodo ma c’è sempre qualcuno che rompe le palle”, vi presento un ferro che, ragazzi miei, è stata una delle più grosse sorprese di questo anno, la Renault Megane RS F1 Team R26.

Megane RSMegane RS rear

Quella che ho provato è una edizione speciale (come il nome lungo e strano lasciano intendere) messa in commercio dalla Renault nel 2006 per festeggiare il titolo costruttori e piloti in Formula 1 vinti da Alonso. La Megane RS “standard” è stata spremuta aumentando la potenza del suo due litri di altri 5 CV ma, visto che la potenza è niente senza controllo, dotando il ferro del telaio cup (irrigidito e rinforzato), di un differenziale a slittamento limitato, freni Brembo, cerchi da 18″ e, infine, appiccicando i very important patacchi sui vari paraurti per ricordare a chiunque che questa è la versione speciale di una brutta macchina.

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Brutta ma tostissima.

Questo ferro ha completamente sconvolto i miei parametri di qualità, velocità, esperienza di guida ma specialmente di spazio. Spinta dal più classico dei due litri Renault (lo stesso che troviamo aspirato nelle varie Clio RS), sulla Megane RS lo ritroviamo dotato di un turbocompressore che soffia non troppo forte ma il giusto per regalare al motore appena 30 cv  (230 totali) aggiuntivi ma ben 310 Nm di coppia (santo turbo).

Accoppiato ad una macchina che fa di tutto per nascondere un telaio meraviglioso, questo motore è una roba da fuori di testa. La disponibilità di spinta fin dai bassi regimi, la reazione al gas (mannaggiallui elettronico rivoglio il filo), l’allungo sono tutte cose che se provate una Clio Rs e poi salite su questa allora, ma solo allora, sarete motivati a dire “la Clio va forte, ma questa di più”. Ma che andasse di più era ovvio, è il come va di più ad essere sensazionale.

Da una macchina così più grossa e potente mi aspettavo un telaio meno controllato, un motore troppo rabbioso per le strette strade di montagna… mi sarei aspettato di ritrovarmi goffo laddove invece con la Clio fluivo come un’anguilla. Proprio per capire meglio sono andato con questa Megane RS lungo le stesse strade percorse con la Clio RS 2000 (qui l’articolo) ma, laddove con la Clio ero impiccato o col motore che lanciava bronzine a 25mila giri, con questa andavo con una mano dietro alla schiena e una paglia in bocca. La stabilità e la coppia in più, unite ad un miglior impianto frenante, ti permettono di andare già alla stessa velocità di quello davanti a voi che si sta ammazzando con la Clio sorseggiando una cedrata Tassony.

La Megane RS F1 è come la Clio ma di più. Potrebbe sembrare impossibile ma è come un dito in il Disaronno. Buonissimo, ma la prossima volta chiedete al barista di aggiungervi un pezzettino di limone e due cubetti di ghiaccio: non sarà una rivoluzione, sarà semplicemente meglio e non potrete mai più farne a meno.

Il problema con la Megane nasce quando decidete che quella Clio davanti a voi ha rotto le palle di farvi da tappo e la volete superare. Con questa Megane avete veramente la possibilità di trasformarvi in pazzi criminali. Tirare i 200 in un rettilineo che unisce due tornanti non solo è molto pericoloso, il problema è che è molto facile. Con questa Megane potrete finalmente sbattervi dietro il famoso personaggio con la Saxò VTS che va di fretta. La linearità con cui il motore esprime le sue doti e il modo in cui il telaio domina tutta la situazione rendono questo ferro uno dei migliori su cui abbia posato il culo (robe esotiche a parte).

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Ma anche l’occhio vuole la sua parte.

È veramente sensazionale, derivata da una delle medie più brutte e strane che si siano mai viste, la Renault Megane RS è invece un gran ferro. Tutti i ritocchi aggiunti per farla diventare più fica e sportiva sono super giusti e riescono a renderla perfino, lo dico, bella. Solo gli interni continuano ad essere un po’ urendi (specialmente il volante e la parte centrale del cruscotto ma tutto viene battuto dal freno a mano maniglione stile Alfa 75) ma, sincero, chissenefrega.

Per quel che mi riguarda, come per le varie Clio RS, questa macchina sarebbe perfetta anche se avesse la forma di un cane pulcioso che fa su e giù con le orecchie.

E poi questo è l’esempio supremo di come, in certi casi, l’estetica passa in secondo piano: come per la Clio anche il telaio della Megane è una cosa assurda, nonostante sia più grande il senso di compattezza è esagerato, vi sedete, fate i primi metri e vi pare cha la macchina finisca dietro le vostre orecchie, vi sembra che il telaio siate voi. Dimenticate l’effetto barca che fanno molte altre auto, qui la rigidità, il senso di “tutt’uno” è totale, sembra di essere sul tutt’uno più tutt’uno di qualunque altro tutt’uno.

Ma non è una solo questione di rigidità o di rigidità eccessiva (Abarth 500 cof cof) fine a se stessa che fa saltellare la macchina sulla strada come una pallina da ping pong. Quella trasmessa del telaio di questa Renault (come per altre francesi) è una sensazione di compattezza, compostezza e vitalità da parte del telaio, che vi segue nelle vostre intenzioni facendovi sentire a bordo di un mezzo estremamente affilato ma anche molto comunicativo. Dovreste provarne una per capire.

È una macchina alla quale non ho mai dato molta importanza, in giro se ne sono sempre viste poche e la categoria nella quale si è sempre trovata a lottare non le ha mai reso giustizia. Non vogliatemene ma le varie Golf GTI e Alfa 147 GTA non hanno nulla a che spartire con questa che è veramente un’auto sportiva quasi pronta per il track day e che del bell’aspetto e dell’andare a gnocca se ne frega puntando solo sulle prestazioni.

Infine, un dettaglio del dio che mi fa amare quest’auto.

Stasera fate un esperimento, mentre guidate, mettete un dito nella fessura che si crea tra la plastica della portiera e quella del cruscotto (oppure sotto, accanto al vostro sedile, dove la portiera si chiude contro il montante) e sentite come in curva questa fessura si apre e si chiude. A seconda della macchina e di come guiderete questo effetto ovviamente sarà tanto più accentuato (vi ricordate della Nissan Varietta alla quale non si aprivano più le portiere una volta caricata sul ponte?).

http://rollingsteel.it/auto/nissan-silvia-varietta-era-meglio-su-gran-turismo/

Bene, considerando quindi il telaio di una macchina come una scatola di acciaio (o alluminio se avete un’Audi A2), sarete d’accordo con me che i buchi per le portiere rappresentano in questa scatola dei grossi punti deboli che diminuiscono la rigidezza torsionale dell’intera struttura. Partendo da questo dettaglio cosa hanno fatto in Renault sulla Megane RS? La cosa più semplice del mondo, uno di quei dettagli che personalmente mi fanno sbrodolare: nella Megane RS, per rendere le portiere parti integranti e lavoranti del telaio è stato saldato un “dente” (lo vedete in foto qua sotto) che, a portiera chiusa, si va ad infilare in un apposito buco nella struttura del telaio in modo da rendere, come detto, la portiera stessa un componente integrante del telaio. Sono queste le cose che amo, quei dettagli che ti fanno dire: “oh sì, cazzo, è così che si fanno le macchine!”. La meccanica pura al servizio della guida, non le smerdate elettroniche messe lì per far sembrare una macchina quello che non è.

Quindi, voto di RollingSteel.it alla Renault Megane RS:

8/10 perché, nonostante tutto, preferisco gli aspirati.

 

Articolo del 19 Marzo 2019 / a cura di Il direttore

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