L’Honda Integra Type R, una delle migliori trazioni anteriori ed una delle auto che ho sempre desiderato, impossibile trovarne una a prezzi umani, questa Honda è un vero ferro del dio figlia di un tempo ormai dimenticato.
Ci sono molti tipi di auto.
Beh…no.
In giro vedo solo un botto di elettrodomestici con le ruote e le Audi diesel che mi entrano nel lunotto in tangenziale, sui viali e a volte anche nel vialetto di casa, sono ovunque.
Facciamo così, da capo.
Una volta c’erano tanti tipi di auto. Le mie preferite, da buon 30enne sono, ovvio, quelle che definiamo “auto ignoranti”. Che in realtà di ignorante non hanno nulla, sono macchine specializzate, tecnologiche, precise, fatte come si deve, per andar bene e per durare. Le auto che chiamiamo ignoranti, sono diventate ignoranti giusto oggi, tanto siamo circondati e assuefatti da elettrodomestici con le ruote che il carattere se lo sono infilati su per la marmitta (quella nascosta dietro quella finta). Non so se voglio crescere un figlio in un mondo senza macchine degne di finire in un poster in camera, senza Escort Cosworth, senza il Concorde, senza scooter elaborati con cui prendere al volo la paletta dei carabinieri e scappare in penna, senza un sacco di cose che vacca la miseria mi mancano di brutto.
Senza robe così:
Sono innamorato di quest’auto. Non so perché. Sarà quella linea, leggera e tesa. Sembra una ragazzetta (maggiorenne eh) con il culo sodo e le tette piccole. Forse perché è una delle auto più genuinamente folli e sfacciate mai messe in circolazione, trazione anteriore, autobloccante sottosterzo bye bye, motore da oltre 9000 giri, leggera e sfacciata come poche. È una macchina che fa sentire giovani, fa provare quel solletichino nella mutanda.
Fa sentire giovani anche perché se andate su “Al volante” a sfogliare il listino vi renderete conto che la Integra non c’è. La troverete però sul listino di “In sella”. Sì, perché la Honda ha avuto la brillante idea di rispolverare questo nome ed appiopparlo ad uno scuterone. Per di più brutto (esistono scuteroni belli?). Signori, nel 2019, la Honda Integra Type R è diventata uno scooter.
Non riesco infatti a capire come mai la Honda abbia improvvisamente smesso di produrre prima e di dare un seguito poi, a veri e propri oggetti di culto come la NSX, la S2000, le Civic più spinte e cattive, ma soprattutto a quegli straordinari propulsori aspirati che giravano come frullatori urlando al mondo la loro follia ingegneristica.
Negli anni ’90 la Honda Integra Type R era tutt’altra cosa. La Honda stessa era un’altra cosa. Per noi era Civic, CRX e, per chi ha giocato a Gran Turismo, la Prelude, una delle migliori auto acquistabili con quei pochi crediti che si avevano all’inizio del gioco.
Ma vediamo quindi da vicino la protagonista di questa breve dichiarazione d’amore:
Honda Integra Type R
Lei, la protagonista di questo servizio, era stata destinata al solo mercato giapponese ma nel ’98 la casa della grande Ala si decise a importarla anche qui nel bel Paese. Venne immessa sul mercato ad un prezzo che per l’epoca era stratosferico, quasi spropositato: 47 milioni di lire (che, sappiatelo miei cari giovani lettori, non sono affatto i 23 mila euro di oggi), tantissimi ma che comunque permettevano di mettere le manacce sulla massima espressione della sportività a trazione anteriore.
Con quella cifra poi, oltre ad un telaio superbo, si acquistava un motore che di più cattivi e ignoranti non credo ne siano mai stati fatti.
Nome in codice B18C6, 1,8 litri, 4 cilindri, doppio albero a camme in testa, variatore di fase VTEC, il tutto portato all’esasperazione per uno stratosferico risultato di 190CV, oltre 105 CV/litro e un regime di rotazione massimo di 8.600 – ottomilaseicento – giri. A livello di potenza specifica meglio di questo motore fece solo la Honda con il 4 cilindri della S2000 (120 CV/litro) anche se sono sicuro che arriverà qualche fanatico Honda a dirvi che una volta c’è stato un motore dalla sigla tipo K139Z9 che aveva un CV/litro meglio di questo ma voi non fateci caso, sono fatti così.
Ad ogni questo record è stato battuto recentemente dall’esagerato V8 della Ferrari 458 Speciale capace della cifra astronomica di 135 CV/litro.
Ma torniamo al 4 cilindri dell’Integra. Superati i 5.900 giri, invece di sedersi o alzare bandiera bianca, il motore si scrolla di dosso la polvere e, di colpo, lancia la lancetta del contagiri a schiantarsi contro il pirulino di finecorsa come se volesse romperlo. E’ vero, ci sono trapani con più coppia di questo motore ma (parliamo di 178 Nm di coppia, la mia Ibiza TDI 3 cilindri ne fa 195, ma è diesel e turbo, lo scrivo solo per darvi un paragone) una volta vinta l’inerzia ed entrato nel suo territorio di caccia, sconosciuto praticamente a tutti i motori stradali che non appartengono ad una moto, non ce n’è più per nessuno. Nessuno. Nel range 6.000 – 8.600 giri fa P A U R A.
Tutto in questa macchina è una cosa oramai dimenticata: specializzazione. Chi comprava quest’auto non comprava un’auto bella (non è bella nel senso stretto del termine), comprava piuttosto un differenziale a scorrimento limitato completamente meccanico capace di rendere il sottosterzo un lontano ricordo; comprava uno sterzo non assistito che di più diretti e precisi non ne sono stati fatti più; comprava, infine, un cambio preciso e manovrabile che, in un epoca come la nostra, è la cosa più analogica e meccanicamente spassosa che si possa immaginare.
47000000 di lire per 1160 chili di metallo, 47000000 di lire per una delle esperienze di guida più totali che si possano immaginare. Per qualunque appassionato, di quelli veri, il cambio di tonalità del VTEC al di sopra dei 6000 giri è letteralmente senza prezzo. Gli interni sportivi con i sedili Recaro racing sono, infine, solamente la ciliegina sulla torta: si diventa un tutt’uno con la macchina, non si è su di lei ma dentro di lei.
Ad oggi questa auto è diventata un vero e proprio oggetto di culto, difficile da trovare, ancora più difficile con pochi chilometri (meno di 100000) ma se, per caso o fortuna, ve ne capitasse una sott’occhio, fidatevi, non lasciatevela scappare. Una volta provato cosa vuol dire correre nel regime VTEC non potrete più tornare indietro.
Bell’articolo. Unico appunto… l’ITR era dotata di servosterzo 😉
Corretto subito, grazie mille!
Di chiedere è la dc2 in foto con sedili posteriori ROSSI? #amorevero
*Chi
Non “chiedere”… Maledetto correttore automatico
È la mia posso esserti d’aiuto?
Dove hai fatto fare i sedili posteriori rossi? Hai speso molto?
Purtroppo non posso darti una mano perché io l’ho presa già così quindi non so dirti ne il prezzo ne dove è stato fatto il lavoro mi dispiace
grande auto!!!!!
E che motore!!
Non solo l’F20C ma anche il B16B ha una potenza specifica maggiore rispetto al B18C
Io due mesi fa ho avuto la fortuna di trovarne una, a 2 passi da casa, con 73mila km originali e tutti i tagliandi Honda dal concessionario di zona.
Sta salendo di valore in modo incredibile. A breve la troveremo a 35/45 mila €
Nelle aste di settore ha già raggiunto e superato i 60.000€
Tenetevela se potete.
Bella…