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Citroen AX Sport, 95 cavalli di goduria

Allungo una mano e mi chiudo la leggera portiera dietro.

SCLACLANC!

L’abitacolo, scarno spoglio e spartano mi accoglie a stento nella sua semplicità. Non c’è molto con cui smanettare, infilo la chiave e giro. Gne-gne-gne-gne-gne-colpetto di gas-gne-vrooooom, qui non ci sono le magie dell’iniezione, un colpetto di gas per aprire un po’ i carburatori e aiutarli a miscelare l’aria con la benzina è fondamentale, che figata le macchine vive. Meno elettronica e più carattere, lo abbiamo già detto, lo ripetiamo, non si sa mai.

Inizio a muovere i primi metri, lo sterzo duro e senza assistenza mi arriva come uno sberlone, non sono più abituato a sentire le ruote nei polpastrelli. Percorro i primi metri, il motore è già caldo, la strada si apre davanti a me e affondo il gas, l’ululato del V12 invade l’abitacolo con il suo glorioso vociare, 12, 13 , 14 mila giri, anche dio sente questo suono e, lo so, fa di sì con la testa. Che robe, oggi le edicole chiudono e la gente piuttosto che leggere si farebbe mettere due dita negli occhi (che equivale a certa mer roba che fa i milioni di views su Youtube e non riesco a capacitarmene) mentre una volta, anno 1990 per la precisione, usciva in edicola Rombo – già il nome era tutto un programma – con la musicassetta “il Rombo della Ferrari”, lato A e lato B a bordo della 641 F1 con Mansell e Prost, roba che il mangianastri stesso guadagna 2 CV a far girare sta cassetta.

Facciamo che tolgo la cassetta e mi concentro. Ripartiamo: la strada si apre davanti a me e affondo il gas. A dire il vero non succede molto, il piccolo 1.300 SOHC della AX non fa i miracoli però prende i giri con un certa goliardia e, non c’è che dire, la macchina della strada ne fa, e la fa bene. Il peso ri-di-co-lo di soli 715kg (a cui aggiungere i 56 della mia secchezza) è una manna dal cielo. È molto meglio una macchina da 95CV e 715kg che una da 1000kg e anche 110-120CV. La totale mancanza di inerzia fa sì che possiate cacciare la macchina in curva in maniera veramente lurida dimenticandovi, anche solo per un attimo, della fisica. Potete frenare all’ultimo istante, giù una marcia, il motore sale di giri orgoglioso, mani sul volante, dentro, sterzando sempre di più per mantenere la corda. Al minimo accenno di allargamento, basta chiudere appena il volante e tornare sul pedale di destra, questi diavolo di telai francesi vecchia scuola si comportano come se ci fosse un autobloccante, sono semplicemente incredibili. Il particolare sistema sospensivo di questa macchina – con sospensioni indipendenti sulle quattro ruote, MacPherson avanti e a bracci oscillanti e barre di torsione dietro – rende la sua guida una vera goduria che vi farebbe sentire Jean Ragnotti anche nel percorso Coop-Bar. Il grip meccanico è pazzesco – ricordatevi, pesa poco e la carreggiata anteriore è 4 cm più larga di quella posteriore – e il motore, un 8 valvole con più schiena che allungo, fa il suo dovere alla perfezione per risalire questa strada di montagna nella maniera più agile possibile.

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Agilità: questa è la parola che cercavo per descrivere questa macchina al bordo della quale si danza fra queste curve come se avessi addosso un tutù e e scarpette con la punta di gesso. Sì perché sbattere questi sette quintali fra una curva e l’altra di questa strada è una delle cose più piacevoli che mi siano capitate recentemente: la totale assenza di sottosterzo, il rollio ridotto al minimo (grazie anche a quattro Bilstein B8) e uno sterzo che definire perfetto è offensivo sono un mix micidiale. In discesa poi la macchina diventa veramente una palla di cannone con cui serpeggiare fra le curve alla velocità del pensiero aggrappati ad un telaio micidiale e a queste quattro Falken (165/60 R14) che sono uno spettacolo. Il motore spinge sempre, il cambio è rapportato alla perfezione e raramente vi troverete in un regime di giri sbagliato, la curva di coppia particolarmente piatta aiuta tantissimo e riesce a tirarvi fuori da una curva anche se siete con una marcia di troppo.

Basta affondare il gas per spalancare i due Solex da 40mm a doppio corpo e dar da mangiare ad un motore che ha un temperamento particolarmente racing: non cattivo – è pur sempre un mille-e-tre – ma particolarmente affamato di giri e, nonostante la potenza contenuta, tutto tranne che un polmone. A qualunque regime è pronto a lanciarsi in avanti con allegria e verso la zona rossa del limitatore il suo ringhio, roco, secco e vorace è stupendo. A pieni giri si possono sentire i due carburatori – dietro al motore, con il filtro dell’aria rivolto verso l’abitacolo –  ingoiare litri di aria senza alcun rispetto per miscelarli con il liquido degli dei e trasformare il tutto in spinta in avanti.

Percorrendo qualche km a bordo di questa rarissima Citroen AX Sport – solo 300 arrivarono in Italia e di messe così non ne sono rimaste molte – non ci si sorprende a pensare che da lei sono arrivate quelle bombe a mano della 106 Rallye prima e della Saxo VTS dopo. Macchine ottime e meravigliose perché discendono da una macchina, forse un po’ bruttina, ma veramente perfetta e affilata che se ne avesse una lo Chef Tony vi direbbe di usarla per tagliarci la marmitta del motorino.

Una grande sorpresa dentro una macchina particolarmente bruttina: di AX non ne vedevo da una vita e, sincero, non mi mancava molto. Confrontando la AX Sport con la cugina 205 Rallye (la settimana prossima uscirà la prova delle 205 GTI, pay attention), quest’ultima è innegabilmente più bella e riuscita di questa Citroen, dalle linee un po’ troppo squadrate e che, nonostante il vestitino della festa e l’alettone sul lunotto, non riescono a renderle giustizia fino in fondo.

Bruttina, squadrata e piatta che sembra sdraiata per terra, la AX Sport è una vera sleeper alla francese, sgraziata ma ancora capace – e vogliosa – di dire la sua.

A questo punto ci ritroviamo con alcune domande a cui rispondere: nel 1988 questa macchina la vendevano a circa 13 milioni di lire e, assieme alla cugina 205 Rallye (105CV, per lo più grazie a due carburatori Weber e ad un sistema di aspirazione meno contorto e più efficiente), rappresentava il modo migliore per iniziare a correre nei rally o, comunque, per mettersi sotto al culo una macchina veramente performante. Senza scomodare la versione Gruppo A, che era capace di 10.000 (diecimila) giri e 170CV che solo a pensarci inizio a sbavare, la AX Sport era una vera vettura sportiva, costruita cercando di contenere il più possibile il peso e di mettere assieme un telaio il più performante possibile, il tutto mentre quasi tutti gli altri costruttori costruivano auto con motori turbo incastrati a forza dentro a telai spesso – pericolosamente – sottodimensionati.

TIPO QUESTO


– clicca o tappa sulla Uno, se hai fegato –

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Tuttavia, con gli occhi di oggi, 95CV fanno sorridere. Oggi 95CV non ce li ha nemmeno l’aspirapolvere della Dyson con motore digitale senza filo wifi GT3-RS. Viviamo in un’epoca di esagerazione ed esasperazione, tutti vogliono di più, sempre di più, niente è mai abbastanza. Allora ecco la domanda: nel 2020 95CV possono risultare divertenti?

La risposta è sì anzi, supersì. 95 cavalli con tanto carattere permettono non solo di divertirsi ma di farlo anche in sicurezza. Con una macchina come questa, a parte il grip esagerato e alla grande sicurezza che infonde in chi la guida, vi ritroverete ad avere il perfetto controllo di quello che capita attorno a voi e di cosa la macchina stia combinando, riuscendo in questo modo a spremere il meglio tanto da lei quanto da voi senza il rischio di sbriciolarvi contro un albero. Non ci sono filtri fra voi e la strada, niente a separarvi dalle gomme o dal cambio, solo un filo a frapporsi fra le vostre più umide volontà e i voraci carburatori.

Non è una questione di prestazione pura, ovvio che una macchina con 200 CV andrà più forte. Proviamo per un istante a cimentarci nell’intelligente arte del dimenticarsi i numeri per focalizzarci sulle sensazioni e le emozioni: qui parliamo di piacere alla guida, un piacere che è figlio dell’intensa e mutua comunicazione fra voi e l’auto, qui non parliamo di fare gli sboroni al semaforo per stupire qualche amico o la ragazzetta accanto a voi, qui parliamo di puro onanismo automobilistico, questa macchina è puro piacere solo per voi, un regalo che fate a voi stessi per godere e provare piacere. E, nonostante 2020 anni di bigotta educazione cattolica, sappiatelo, non c’è niente di male a voler provare piacere.

Negli ultimi anni abbiamo costruito auto sempre più pesanti grosse e isolate per poi aver bisogno di almeno 300 CV per divertirci, alla fine dei conti, di meno che guidando questo zavaglio con i cerchi verniciati di bianco. La semplicità paga sempre, non lo dice mica solo il direttore, lo diceva anche Seneca nel 65 dopo Cristo scrivendo al giovane Lucilio: “Tu, tralasciando ogni altra preoccupazione, attendi costantemente solo a renderti ogni giorno migliore; ed io ti lodo e me ne rallegro, e non solamente ti esorto, ma ti prego di perseverare. Tuttavia bada a non essere troppo stravagante nella foggia del vestire o nel modo di vivere, come fanno coloro che bramano, non di progredire spiritualmente, ma di farsi notare”.

– Seneca approved –

Ecco quindi che, ne sono piuttosto convinto, anche Seneca si romperebbe le palle dei narcisistici aggeggi moderni e, invece, avrebbe goduto come un matto a salire su per di qua assieme a me e a questo gran ferro francese, progredendo spiritualmente grazie a questo telaio rigido e reattivo e al suo nervoso motore. Chapeu Citroen, c’est un excellent fer.

Come possibile notare da questa oscenità qua sopra, la AX Sport è una macchina alla quale ho voluto bene fin dai primi metri: l’esuberanza e genuinità di questo brutto anatroccolo mi hanno colpito fin da subito, è stata una gran bella guidata. Se tutto questo però non dovesse essere abbastanza e volete sentire come canta questo piccolo quattro-in-linea o vedere la faccia che ho fatto nel guidarla, ho fatto anche un piccolo video, lo trovate qua sotto!

NOTA FINALE: Se Rollingsteel esiste, se posso essere qua a scrivere ste robe e se posso permettermi anche solo lontanamente di pensare un po’ più in grande con questo progetto, è anche grazie a persone come Elia, che da Treviso ha preso su un sabato mattina e mi ha portato a Bologna la sua Vecchia Monella, grazie!

Ora, perché non cacciate un patacco sul vostro ferro?

Articolo del 17 Febbraio 2020 / a cura di Il direttore

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  • Sandro

    Ciao capitato per caso sul vostro sito la prova della ax sport mi ha fatto tornare alla mente la mia ex gt 1988 leggermente assetata .nel misto e in salita si godeva di brutto marcia dentro marcia e via si guidava di gas che era un piacere. Come dici un ferro della madonna. Ciao a tutti

  • Matteo

    La prima auto di mio padre! Identica,scarico gruppo N e carburatori derivazione Alfa 90. Me la descrive come una belva famelica,capace di fare 9000 giri senza troppi problemi, e che nonostante il culo ballerino era affilatissima nel misto (molto più della Uno Turbo che l’ha seguita). Peccato non averla mai provata…mi “accontento” della Punto GT. Siete Grandi comunque, e la G maiuscola non è un caso. Continuate sempre così!

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