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Un’Audi A8 ha sbriciolato il record della Cannonball Run

Sono bastate solamente 26 ore e 38 minuti per percorrere i 4.523km del percorso della Cannonball Run, la leggendaria gara illegale che si corre sul percorso che collega il Red Ball Garage a Manhattan, New York, con il Portofino Hotel & Marina di Redondo Beach, Los Angeles. Il tutto su strade aperte al traffico, durante la pandemia peggiore da 100 anni a questa parte e ad una media di 169,8 km/h. Sfortunatamente per il popolo di RollingSteel non c’è nessun ferro leggendario dietro questo record illegale, “solo” una Audi A8 modificata con una coppia di serbatoi nautici nel baule.

Ma, un momento, che cos’è questa fantomatica Cannonball Run?

La “Cannonball Baker Sea-To-Shining-Sea Memorial Trophy Dash” è una gara non ufficiale (leggi illegale) nata negli anni ’70 dall’idea del giornalista (e pilota) Brock Yates appoggiato dalla rivista Car and Driver. La corsa serviva a celebrare il formidabile sistema di autostrade ammeregano e nel contempo a mettere in scena una protesta contro il nuovo codice della strada che entrava in vigore in quegli anni, ritenuto troppo restrittivo (il nuovo limite di velocità massimo era di 50 miglia orarie, 88 km/h, roba da tagliarsi gli zebedei).

Le regole della Cannonball Run sono una figata: definito il punto di partenza e il punto di arrivo, l’unica restrizione è data dalla strada da percorrere, non ci sono limiti né per il veicolo e la sua potenza né per quanto riguarda la velocità. L’unica cosa da fare è dare tutto il gas che si può e chiudere la faccenda nel minor tempo possibile, rischi e multe sono a carico del partecipante. Come si suol dire, ognuno per sé, dio  per tutti. Dopo la prima Cannonball del 1971 (chiusa in 40 ore e 51 minuti), ne vennero fatte altre quattro (1971, 1972, 1975 e 1979) a velocità sempre crescenti e coinvolgendo gente con il piede particolarmente pesante.  Nel 1971 ad esempio partecipò alla Cannonball Run anche Dan Gurney (pilota di Formula Uno e vincitore della 24H di Le Mans del ’67) il quale vinse la seconda edizione con la sua personale Ferrari Daytona, con un record di 35 ore e 54 minuti alla media di 130 km/h. Intervistato alle fine della gara, disse: “Non ho mai superato i 280 km/h…”

Con il tempo la Cannonball Run è diventata quasi un fenomeno di costume, al punto che nel 1981 uscì il film “La corsa più pazza d’America” (titolo originale: The Cannoball Run) di cui noi ricordiamo solo la Lamborghini Countach nera con le due passerone a bordo.

L’ultima edizione “ufficiale” della Cannoball fu quella del 1979, vinta da Dave Heinz e Dave Yarborough con una Jaguar XJS Sovereign (la si vede in una puntata di Fast & Loud) con un tempo di 32 ore e 51 minuti. Dopo il ’79 non vennero più organizzate Cannonball Run ufficiali ma in molti nel tempo hanno provato ad abbassare il tempo a proprio rischio e pericolo. Uno di questo è proprio Richard Rawling del Gas Monkey Garage: Fate caso al tatuaggio sul suo braccio:

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Il tempo che quel tamarro di Richard si è tatuato addosso fa riferimento al record che fece segnare nel 2007 assieme al suo amico capellone Dennis Collins, quando fermarono il cronometro a  31 ore e 59 minuti a bordo di una Ferrari 550 Maranello del 1999.

In molti nel tempo ci hanno provato e fino a qualche giorno fa il record apparteneva ad Arne Toman, Doug Tabbutt, e Berkeley Chadwick su una Mercedes C63 AMG appositamente modificata con cui avevano chiuso la Cannonball in 27 ore e 25 minuti.

Foto via Arne Toman

Un record che però è durato poco: quest’anno un manipolo di scalmanati, di cui ha raccontato l’impresa Road & Track Magazine,  ha messo nel baule di una Audi A8 nuova di zecca dei serbatoi supplementari, un sistema di rilevazione GPS e di trasmissione online (per il monitoraggio dell’impresa e la certificazione del record) e tanto, tanto gas. Sfruttando le strade deserte per il lockdown del Covid-19 e le forze dell’ordine impegnate a fare altro, l’Audi bianca ha sfrecciato per le Interstate Highways Americane ad oltre 200 km/h (in alcuni tratti l’auto è stata spinta a canna, ben oltre i 250 orari), fermandosi solo per i rifornimenti in modalità pit stop da F1. Così facendo, hanno polverizzato il precedente record e probabilmente lo manterranno per parecchio tempo, a meno che non venga invalidato per le condizioni particolari legate alla pandemia.

Che dire di tutto ciò? Oltre alla condanna da parte dell’opinione pubblica legata alla rottura delle regole del lockdown (legittima) ci sono molte critiche chiaramente legate alla pericolosità dell’impresa. Tutto legittimo eh, ma ogni tanto ci vuole qualche pizzico di follia per rianimare questo mondo e crediamo che l’ipocrita opinione pubblica americana farebbe meglio a buttare un occhio ai regazzini che vanno a scuola con i mitra nell’astuccio.

Ah, a proposito di macchine ameregane, dai un occhio qui

Articolo del 19 Aprile 2020 / a cura di Mattia Limonta

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