Home / / Renault 5 pericolosamente TURBO

Renault 5 pericolosamente TURBO

Prendete una normale auto da città, una delle prime vere utilitarie, una delle auto più popolari e vendute degli anni ’80. Un’auto come la Renault 5, un’automobilina da signorina tipo questa (ma quel coniglio?):

Fatto?

Bene, bravi.

Ora prendete una manipolo di manigoldi, una banda di criminali dalla brugola facile noti alla cronaca come “divisione Renault Sport”, e date loro la possibilità di metterci le mani sopra magari con la specifica richiesta di costruire un’auto da corsa capace di gareggiare (e magari vincere) nei Rally.

“Oh rega i boss dicono che dobbiamo costruire una macchina da corsa per vincere i Rally, la 131 dei pizzaboys ha rotto le palle!”

“Ma siamo nell’80, gli Italiani si dimenticheranno come si fanno le auto fra almeno 15 anni!”

“Va beh, dettagli, spacchiamogli il culo!”

“Mmm vabbuò, ma da cosa partiamo?”

“Dalla 5!”

“Ma checcazz…ancora? Son due anni che ci facciamo ridere dietro con quella macchina da zia!”

“No no va tranqui, a sto giro abbiamo fondi illimitati, possiamo anche stravolgerla!”

Beh, stravolgerla l’hanno stravolta

[adinserter block=”1″]

Avevano il potere di farlo e l’hanno fatto. Non l’hanno solo stravolta, l’hanno trasformata, l’hanno reinventata, l’hanno fatta incazzare. Una delle prime auto a potersi fregiare del prestigioso titolo di “bara con le ruote”, la Renault 5 in versione Renault Sport era – ed è – una vera follia. Concepita espressamente per competere nel mondiale Rally, succedere alla vittoriosa Alpine A110 ed andare a mettere una pezza a quel che la “normale Alpine 5 non stava riuscendo a fare, la Renault 5 Turbo – passata alla storia come “il turbone” – aveva solo le sembianze della normale vetturetta da cui derivava.

O no?

Quei mattacchioni della Renault Sport non devono amare le cose semplici ed ecco che per preparare questa vettura – come direbbero sulle riviste – “pepata” partivano dai telai e dalle scocche della Renault 5 di serie per poi modificarle negli stabilimenti della Alpine in quel di Dieppe.

A me questa pare una bella follia perché, mi verrebbe da pensare, una macchina a motore centrale, per ovvie ragioni,  dovrebbe avere un telaio progettato e costruito in maniera diversa, vorrei dire inversa, rispetto al telaio di una comune citycar. Ma no, la Renault 5 Turbo è, in soldoni, una comune Renault 5 girata al contrario. Hanno “semplicemente” preso quel che era davanti e l’han messo dietro e…viceversa. Il risultato è da pratiche onanistiche.

Detta così potrebbe venir da pensare ad un lavoro “ad cazzum canis“, e invece no. Alla Renault le auto spinte le sanno fare e anche bene. Ho voluto raccontarvela un po’ così, come se fosse una “cagata pazzesca”(cit.) ma la realtà è che questi qui, una volta ancora, hanno tirato fuori da una citycar un gioiello di tecnica ed ingegneria pazzesco, è perfetta.

Anzi, era perfetta, e lo è ancora.

Il risultato è infatti mozzafiato, ammettetelo. La carrozzeria è un’esplosione di tutti quegli stilemi che oggi vengono associati alle auto potenti. Maschia a palate, passaruota spropositati, prese d’aria ovunque, due posti secchi, è di una cattiveria tale che sembra un fumetto, è una vera figata. È talmente riuscita che farebbe scattare un autovelox anche da ferma. Se ne comprate una, all’atto dell’acquisto perdete diretti 10 punti dalla patente. Se ci andate a prendere la ragazza questa si rifiuterà di salire, ed è per questo che mi fa impazzire. Amo le auto che non piacciono alle ragazze. Amo le auto che “io con gli stessi soldi ci prendevo un’Audi”.

[adinserter block=”1″]

Osservandola ci si rende conto che non è una macchina tamarra: ogni forma, ogni dettaglio ha una sua precisa funzione. Se serve c’è, se non serve no. Mi fa letteralmente andare giù di testa la presa d’aria NACA presente sul solo passaruota posteriore sinistro, adoro le asimmetrie. La carrozzeria sembra un velo sottile e leggero (e lo è, santo Alluminio) messo li solo ed unicamente per coprire – a stento – la meccanica, visibile da ogni apertura ricavata nel sottile metallo.

renault-5-turbo-intake-2

Insomma, la linea di quest’auto, disegnata da Marcello Gandini (autore di un certo numero di ferri indegni) non lascia nulla all’immaginazione, urla letteralmente in faccia il suo potenziale a suon di prese d’aria, forme esagerate e dettagli splendidamente racing.

Qui non ci sono finte prese d’aria in finta fibra di carbonio e nemmeno finti tubi di scarico attorno a reali tubicini da un pollice gas. Qui la meccanica fa da giusto seguito al quel che la carrozzeria lascia presagire.

Qui di marketing ce n’è poco.

Se l’esterno dell’auto è letteralmente porno, la meccanica non è da meno. Al posto dei sedili posteriori troviamo un finissimo e pregiatissimo pianale rivestito in tessuto del colore degli interni; nascosto sotto di esso, al posto del sobwoofer si cela il paradiso.

Sì, il paradiso.

Sulla 5 Turbo hanno pensato bene di piazzare al posto dei sedili posteriori un 4 cilindri in linea, nome in codice C6J, longitudinale da 1,4 litri, sovralimentato da un turbocompressore Garrett T3 ed accoppiato alle ruote posteriori tramite un cambio a 5 rapporti. Il motore è capace di sputare fuori 160CV a 6000 giri.

Adesso molti penseranno “eh, poca roba”.

Poveri stolti.

Se il motore tira fuori oltre 100CV/litro nella sua versione “base” è capace di sopportare elaborazioni piuttosto estreme, ne è un esempio quello del Turbone fotografato nel servizio. Grazie ad una serie di modifiche importanti ma non snaturanti è capace di erogare la brutta mandria di 395CV e oltre 410Nm di coppia massima. Non sono numeri da capogiro, sono numeri da cagarsi addosso, specialmente su di una Renault 5. L’accelerazione, il rumore, le fiamme in rilascio sono un omogeneizzato di anni 80, di gruppo B, di vita, di passione.

Pensate che QUESTA Renault 5, messa giù così, è talmente potente e cattiva che quando venne provata sui rulli dovettero aggiungere dei pesi dietro e tenerla schiacciata il più possibile: è così potente che sgommava sui rulli.

Si Drugo, inutile che fai quella faccia, hai capito bene, sgommava sui rulli. E passami quel White Russian.

Tutta questa meccanica montata al posto giusto e urlante “me ne frego della recensione di Al Volante!” fa venire un po’ di nostalgia. Oggi di macchine così non ne fanno più.

renault-5-turbo-rear

Quindi?

Alla Renault serviva una macchina da corsa omologata in strada ed è quel che hanno fatto, hanno omologato una macchina da corsa. Dettagli come i serbatoi della benzina sdoppiati e disposti sotto i sedili (bassi, come il baricentro) sono pornografia ingegneristica, sono secondi risparmiati sul cronometro.

Quest’auto non fa che confermare come gli anni 80 furono un decennio fantastico: in quei dieci folli anni videro la luce alcune tra le auto più inutilmente pericolose di cui si abbia memoria. All’epoca era possibile girare per strada, potendoselo permettere, con una vera e originale Gruppo B omologata per l’uso stradale, vorrei una macchina del tempo (e una valigetta piena di centomilalire) per poter andare in giro con una di queste, nello stereo una musicassetta con sto pezzo qua a fare da sottofondo all’acuto rombo del motore Clèon-Fonte.

Anzi no, il mio sogno è venir fermato dalla pulla e sentirmi dire, come l’ultima volta, “apra il baule che facciamo un controllino” e rispondere così:

SAPETE COSA MANCA A QUESTA RENAULT 5 TURBO?

UN MEGAPATACCO!

Articolo del 26 Aprile 2017 / a cura di Il direttore

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

  • paolo

    quando ti fermano e dicono ” apra il cofano” tu apri il cofano e loro dicono ” no quello dietro!” e ti guardano male e tu li guardi confuso e dici ” si ha ragione scusi”

Altre cose da leggere